SI SONO TUTTI REINCARNATI
Gérald Panighi e Philippe Jusforgues
Gérald Panighi
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Certo, quando ho visto per la prima volta le piccole vignette di Gerald Panighi invadere un’intera parete con una certa disinvoltura, come se non fossero altro che banali post-it, il mio sguardo ha vagato verso questa vertiginosa atomizzazione. C’è molto da vedere e da leggere nel lavoro di Gerald. Immediatamente, ma è certamente un po’ sciocco, mi sono detto che deve essersi abbuffato di Strange come molti ragazzi della sua generazione, e magari si è anche imbattuto da bambino in numeri traumatici di “Detective”, in cui i colpi inferti, nonostante l’iperespressività degli individui disegnati da Angelo Di Marco, non generano solo onomatopee. In quel periodo lontano della sua vita, potrebbe anche essere stato piuttosto perplesso da “Ceci n’est pas une pipe” di Magritte, un’anti-tautologia così seducente, dopo tutto… Se la rappresentazione non è la realtà, la dissociazione combinata nella modalità cara ai surrealisti ha un fascino ancora più astruso. Niente è più enigmaticamente ammaliante di questa presunta disfunzione dell’immagine. È stato apprezzato nell’opera di Magritte, così come è stato venerato negli anni ’80, nel mondo più banale dell’illustrazione di Glenn Baxter… L’assurdo è la risposta occlusiva a tutte le speculazioni irrisorie ed è proprio questo che riesce a essere deliziosamente godibile senza mai trasudare la minima pretesa nelle creazioni di Gérald Panighi.
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Philippe Justforgues
È stato nel 2005,quando si è imbattuto in una valigia di stampe di foto di famiglia, che Philippe Jusforgues ha trovato l’opportunità di sperimentare il collage. “Era come un gioco… Cambiavo un volto e l’intera immagine si capovolgeva… Il realismo della fotografia e la leggerezza del disegno si univano… I miei personaggi diventavano carne e la mia tavolozza di emozioni si allargava…”. Il suo approccio minimalista prevede spesso una fotografia amatoriale a cui viene aggiunto un documento stampato, un frammento disegnato o un inchiostro applicato direttamente che rivela un legame inaspettato che dà loro una seconda vita. Una forma di riciclo poetico…