Gérald Panighi e Laurie Jacquetty
Mostra fino al 30 novembre 2020
La galleria invita il duo Gerald Panighi e Laurie Jacquetty a una nuova mostra.
Gli artisti ci offrono uno sguardo sul genere umano attraverso disegni scanzonati in cui evidenziano la bellezza e il cinismo degli uomini in giochi quotidiani che ci ricordano la nostra realtà.
Gérald Panighi
Nato nel 1974 a Mentone, vive e lavora a Nizza, diplomato all’École Nationale Supérieure d’art Villa Arson di Nizza.
“Naturalmente, quando ho visto per la prima volta le piccole vignette di Gerald Panighi invadere un’intera parete con una certa disinvoltura, come se non fossero altro che banali post-it, il mio sguardo ha vagato verso questa vertiginosa atomizzazione. C’è molto da vedere e da leggere nel lavoro di Gerald.
Immediatamente, ma è certamente un po’ sciocco, mi sono detto che deve essersi abbuffato di Strange come molti ragazzi della sua generazione, e magari si è anche imbattuto da bambino in numeri traumatici di “Detective”, in cui i colpi inferti, nonostante l’iperespressività degli individui disegnati da Angelo Di Marco, non generano solo onomatopee. In quel periodo lontano della sua vita, potrebbe anche essere rimasto piuttosto perplesso da “Ceci n’est pas une pipe” di Magritte, un’anti-tautologia così seducente, dopo tutto… Se la rappresentazione non è la realtà, la dissociazione combinata nella modalità cara ai surrealisti ha un fascino ancora più astruso. Niente è più enigmaticamente ammaliante di questa presunta disfunzione dell’immagine.
Era apprezzato nell’opera di Magritte, così come era venerato, negli anni Ottanta, nel mondo più banale delle illustrazioni di Glenn Baxter… L’assurdo è la risposta occlusiva a tutte le speculazioni irrisorie ed è proprio questo che riesce a essere deliziosamente godibile senza mai trasudare la minima pretenziosità nelle creazioni di Gérald Panighi.
Michèle Goarant, 2011
Laurie Jacquetty
Nato nel 1990 a Mentone, vive e lavora a Mentone, diplomato all’École Nationale Supérieure d’art Villa Arson di Nizza.
Nel suo diario di disegno “Quand je m’ennuie je dessine mon chien” (Quando mi annoio disegno il mio cane) Laurie Jacquetty usa il suo cane Patsy per raccontare aneddoti di vita quotidiana. Poetiche, tenere, divertenti e pungenti al tempo stesso, le sue storie sono disegnate con un tratto semplice, fine e sensibile, a inchiostro e con qualche tocco di acquerello.
Le sue sculture mostrano anche un’economia di mezzi: sono realizzate con un insieme di materiali poveri, oggetti di recupero, irrisori e precari. Evolvendosi man mano che trova e combina, non sono pensati come una forma finita, ma eseguiti con una certa urgenza con ciò che le si offre spontaneamente e con gesti elementari che ricordano l’infanzia. I suoi assemblaggi di mattoni e malta assumono il significato di abitazione, di rifugio, e rimandano all’idea di una catastrofe a venire, anche se possono far sorridere per le loro associazioni talvolta fortuite e il loro carattere ingenuo.