TESTA FLORIDA
Florent Testa, nato nel 1988 a Nizza, vive e lavora a Nizza, Vence e Valbonne.
L’artista è coinvolto nell’insegnamento delle Arti Applicate all’Accademia di Nizza ed è particolarmente attivo nell’insegnamento dei metodi di progettazione artistica e nello sviluppo di nuove tecnologie.
Insegna all’ultimo anno di Arti Applicate Henri Matisse di Vence e alla scuola di preparazione all’arte e al design Simone Veil di Valbonne.
Florent Testa è attivo nel campo del design con lo studio SMARIN come esecutore e facilitatore di riflessioni sulle connessioni tra tecnologie digitali e design artigianale.
Florent Testa espone le sue opere ad Antibes, Bruxelles, La Colle sur Loup, Gattières, Ginevra, Monaco, Marsiglia e Nizza.
Florent Testa si è diplomato alle Beaux Arts di Monaco e crea sculture e installazioni in sabbia, cera d’api e lana. Questi materiali evocano un’immaginazione selvaggia e senza tempo.
Emancipandosi dagli strumenti, privilegia un gesto singolare combinato con elementi fondamentali come l’acqua, l’argilla o il calore.
Questi mezzi rudimentali di realizzazione sono il punto di partenza del suo lavoro per creare oggetti dalle forme temporanee e reversibili.
Florent Testa procede a un archivio fotografico e video del suo lavoro. Le immagini servono come modelli per riattivare i protocolli e realizzare nuovamente l’oggetto.
Alcune di queste immagini vengono sviluppate come opere video o fotografiche a sé stanti.
Più recentemente ha dotato il suo laboratorio di tecnologie digitali come una stampante 3D e uno scanner 3D. In questo modo, crea un archivio tridimensionale del suo lavoro sotto forma di modelli 3D e polimeri prodotti dalla sintesi additiva.
Lottatore,
2018
Polimero fosforescente stampato in 3D
basato su una scansione di un originale in argilla
18 x 12 x 8 cm
Strati su un letto di sabbia,
2016 – 2019
Operculum cera e sabbia – 66 x 57 x 48 cm
La scultura è concepita attraverso un processo performativo che coinvolge l’acqua, il corpo e la cera liquida.
L’artista sfrutta l’eterogeneità di questi due materiali per creare una nuvola di cera. Immerso nell’acqua, estrude la cera giocando con l’acqua, la sua superficie, le sue onde e la sua pressione.
Laboratorio di fusione in argilla e sabbia
Installazione partecipativa, dettaglio.
Sabbia, argilla, cera, acqua, spugna di mare e lana – Dimensioni variabili
Mostra personale
2016
E901*, Centro culturale Louis Vogade, Gattières
Mostre collettive
2018
Nopoto, Atelier Frega, Nizza
100 titoli, Bel oeil – Loft, Nizza
Viole selvatiche, giardino della Villa Le Roc Fleury, Cap d’ail
Acclimatazione, Giardino di Villa Thuret, Antibes
Serbatoi, Atelier 28, Nizza
2017
1516 Arts, La Déviation, Marsiglia
Incartades, La Déviation, Marsiglia
Dematerializzazione, Villa du Roc Fleuri, Cap d’Ail
2016
Stase, La Déviation, Marsiglia
Giornata europea del patrimonio, Espace Rose de Mai, La Colle sur Loup
Giornata dell’ambiente, Maison de l’Environnement, Nizza
Histoires de Dire, Giardino del Museo Renoir, Cagnes sur mer
Mostra dei designer, Centre Expo Congrès, Mandelieu la Napoule
2014
Metamorfosi, Museo Terra Amata, Nizza
2012
Disegno di legge, Espace Gred, Nizza
Stato delle cose, Espace Gred, Nizza
2011
Dimmi cosa mangi, Hotel Van de Velde, Bruxelles
2010
Ho distrutto la diga, Galerie du Quai Antoine 1er, Monaco
2009
Festival Internazionale dell’Argilla e del Vetro n°7, Forum, Montpelier
Premi e concorsi
2019 Vincitore del concorso Scultura in dialogo con la Mediateca Marie Toesca del Comune di Gattières.
2009 Prix Jeune Cinéaste Atelier d’arts de France e Arte Culture.
Formazione
2012 Master II Arte e Scenografia, ESAP Monaco
2011 Master I Arti Visive, Sede di Ginevra
2008-2010 Laurea in Arti Visive, ESAP Monaco
2006-2008 BTS Visual Expression / Communication Space, Olivier de Serres Parigi
AZIMUTH
Benoît Barbagli, Tom Barbagli, Evan Bourgeau
Camille Franch-Guerra, Omar Rodriguez Sanmartin
Florent Testa, Anne-Laure Wuillai
Con la partecipazione di
Célia Vanhoutte, scenografia energetica
Frédéric Blancart, curatore della mostra
“Chi ci ha trascinato qui? Lo maledico!”
Questa frase veniva spesso ripetuta con queste varianti:
“Le mie mani sono congelate!”.
“Sono caduto di nuovo in una buca!
“Questo non è il modo giusto.
A volte la valle metteva a tacere i grugniti, altre volte dava loro un’eco potente. Ad un’altitudine di 2500 m sulle montagne del Mercantour, la traversata da Trécolpas al rifugio Cougourde è stata molto più difficile di quanto avessimo immaginato.
Prima di tutto, perché le ciaspole di primo prezzo sulla pista non funzionano, si staccano sempre, si perde l’equilibrio e si cade su un fianco, e poi buona fortuna a rialzarsi.
Quindi la maggior parte di noi ha scelto di non usarli e, dato che c’era almeno un metro di neve, era abbastanza ghiacciata per scivolare ma anche abbastanza soffice da sprofondare fino all’inguine. Con il peso del sacco su ogni gradino si temeva che la neve si rompesse, perché una volta bloccata ci sarebbero voluti diversi minuti per uscirne.