Camille Franch-Guerra
Camille è nata da padre spagnolo e madre italiana nel 1989. Il suo ricco mix di culture ha sviluppato una sensibilità per il sincretismo culturale e per le narrazioni intime, a volte romanzate, delle nostre società. Attraverso progetti coerenti in diversi territori, in Cina, Andalusia o Marocco, crea le sue installazioni come uno spazio eterotopico in cui il vivente, l’oggetto e la scultura, il video o la luce sono tutti mezzi. In questa incessante ricerca della materializzazione dell’impronta dell’uomo, lo spettatore è libero di dare molteplici interpretazioni, se non fosse che la cosa quasi impercettibile potrebbe essere la messa a punto di un simbolo, di una traccia, come tante paradossali vestigia della costruzione umana.
Nella continuità della serie dei totem, queste due opere evidenziano un kakemphaton, un infelice gioco di parole tra flowering, blooming (sentire un profumo) e bloom (ornamento decorativo).
Paradossalmente, per l’artista la morte porta a oggetti rituali a volte sconvenienti, come certi spray floreali che aggiungono l’incongruenza materiale che accompagna il passaggio del defunto. Perché accanto ci sono centinaia di fiori recisi e pungenti che aspettano la loro morte?
Dall’ornamento allo sfarzo, queste sculture toccano la controversia simbolica degli oggetti commemorativi che circondano la morte. In una tensione appena bilanciata tra tubo di rame o aggregato di stagno, tessuto e materiali organici, queste sculture sono viste come un nuovo oggetto di lutto che forma un insieme da comprendere in un approccio singolare e intimo.
Queste opere segnano una svolta scultorea nella pratica dell’artista. I vari materiali raccolti vengono essiccati e ridotti in polvere e poi reidratati per diventare un liquido profumato e tintorio. Come un rito processuale, questi materiali trasformati serviranno come materia pittorica per le manipolazioni dell’artista. Questo nastro, che ricorda quello usato per i mazzi di fiori, è ornato da impronte astratte fatte di “ceneri dei vivi”. L’ibisco, l’alga, il carbone, il sangue, la radice di equiseto, la madreperla, la selce sono offerti come oggetti della memoria, eppure sono i significanti resistenti di questa morte: la storia che si crea è forse soprattutto un modo di parlare a chi ha tanto amato.
una rosa è una petunia è una mimosa
– 14.06.2022 / 10.09.2022
Vedute della mostra François Fernandez