Maurice Fréchuret, Images de l’exil – Libro
Maurice Frechuret, Immagini dell’esilio, 2021
Edizione francese, 216 pagine (ill.)
Pubblicato con la collaborazione di Laurence Bertrand Dorléac – Centre d’Histoire de Sciences Po e il sostegno della Fondazione Antoine de Galbert. Pubblicato nell’ottobre 2021, edizione francese, 17 x 24 cm (brossura), 216 pagine (ill.)
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Alcune immagini lontane hanno avuto un effetto duraturo sul nostro immaginario: quelle dell’esule, del rifugiato o del migrante fanno parte di questa strutturazione e sono quindi parte del nostro patrimonio mentale. Sono stati diffusi attraverso racconti e leggende, canti, preghiere e filastrocche, ma anche attraverso rappresentazioni visive che, nel tempo, ne hanno definito i contorni. Le religioni hanno fornito le narrazioni necessarie alla costruzione di una potente iconografia dell’esilio. Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, La fuga in Egitto, L’Esodo, sono tutti esempi che Duccio, Giotto, Masaccio o il Beato Angelico… dipingeranno sulle pareti delle chiese o dei monasteri.
Nella folle accelerazione che caratterizza i tempi moderni, emerge una notevole iconografia della fuga, del vagabondaggio e dell’esclusione, causati da guerre, regimi di terrore o scarsità. Pittori e fotografi, da Marc Chagall a Robert Capa, hanno ripreso l’argomento e hanno incluso nelle loro opere questi “abbandoni della storia” il cui destino era tanto incerto quanto difficile. I video e le installazioni di molti artisti contemporanei sono molto attuali nel mettere in discussione questo fenomeno in crescita. Mona Hatoum, Francis Alÿs, Kimsooja, Adrian Paci, Mohamed Bourouissa, Barthélémy Toguo, Zineb Sedira… e molti altri, producono opere ricche di significato in cui le nozioni di confine e identità sono oggetto di un trattamento che può oscillare tra il documentario e la narrazione fittizia e poetica.
“Questo libro non è una storia dell’immigrazione che rientrerebbe in una storia dell’arte (e/o viceversa), ma vi contribuisce generosamente e utilmente”. Di fronte ai muri di “legislazioni scellerate”, “odiose politiche allarmistiche”, “ideologi del ripiegamento identitario”, si alzano gli artisti “impegnati più di ogni altro nel flusso creativo dell’esistenza”. Ci aiutano a considerare, con Didier Fassin, “i migranti e gli sfollati come figure centrali del mondo contemporaneo”. [Un livre] indispensabile”.
François Huglo, Sitaudis
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Maurice Fréchuret, storico dell’arte e curatore capo del patrimonio, con un dottorato in Sociologia e uno in Storia dell’arte, è stato curatore del Musée d’Art Moderne di Saint-Étienne dal 1986 al 1993 e poi del Musée Picasso di Antibes dal 1993 al 2001. Direttore del capcMusée d’Art Contemporain de Bordeaux dal 2001 al 2006, è stato nominato curatore dei Musei nazionali del XX secolo delle Alpi Marittime (2006-2014). Oltre all’attività di curatore, organizzatore di mostre e insegnante, Maurice Fréchuret ha pubblicato numerose opere, tra cui: Le Mou et ses formes (éditions ENSBA, 1993, Jacqueline Chambon, 2004); La Machine à peindre (Jacqueline Chambon, 1994); L’Envolée, L’enfouissement (Skira, RMN, 1995); L’art médecine (in collaborazione con Thierry Davila, RMN, 2000); Les Années 70, l’art en cause (RMN, 2002); Exils (in collaborazione con Laurence Bertrand-Dorléac, RMN, 2012).
Copertina Adrian Paci , Centro di Permanenza, 2007 (particolare), fotografia montata con cornice in plexiglass (prova d’artista 1), 100, è x 183 x 5 cm, © Adrian Paci. Courtezy Kaufmann repetto, Milano/New York
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